Le terze e le quinte in visita all’Istituto Nazionale di Ottica
Il 13 e il 20 aprile, proprio nei giorni in cui si festeggiava il 95° della fondazione del CNR da parte del matematico e fisico Vito Volterra, gli studenti hanno visitato i laboratori dell’Istituto Nazionale di Ottica, con sede all’area San Cataldo del CNR di Pisa. Dopo una presentazione riguardante la storia del CNR e un’introduzione teorica sulle ricerche in atto, i ragazzi hanno assistito direttamente nei laboratori agli sviluppi recenti degli studi e delle applicazioni in ambito biomedico.
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La missione del CNR, ovvero del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è quella di svolgere, diffondere e promuovere attività di ricerca nei principali settori della conoscenza e studiare le loro applicazioni per lo sviluppo scientifico, tecnologico ed economico del Paese. È suddiviso in dipartimenti e l’INO, ovvero l’istituto Nazionale di Ottica, a Pisa fa parte del Dipartimento di Scienze Fisiche e Tecnologiche della materia. I suoi laboratori principali sono i laboratori di fisica atomica, in cui viene studiata la materia in forme di aggregazioni diverse, i laboratori di spettroscopia, dove si modifica lo stato della materia per trovarne proprietà particolari, il laboratorio di Dysprosium, per raggiungere temperature estremamente basse, il laboratorio di Scanning Probe Microscopy (SPM) in cui si effettuano indagini su cellule senza danneggiarle, e i Laboratori di Laser Intensi, che studiano l’interazione radiazione-materia con "luce estrema", ossia ad altissime intensità.
Il nuovo impianto laser di Pisa, unico in Italia nel suo genere, installato in un bunker di cemento al bario e acciaio, è stato inaugurato un mese fa. Produce impulsi di luce di oltre 200.000 miliardi di watt, una potenza superiore alla potenza istantanea elettrica della Terra.
Impulsi laser superintensi e ultracorti producono onde di plasma (considerato il quarto stato della materia, è un gas nel quale gli elettroni sono stati liberati dal nucleo) che permettono di accelerare le particelle, ma, a differenza degli acceleratori tradizionali, è di dimensioni estremamente più contenute e produce un campo elettrico un milione di volte maggiore. Potrà essere impiegato per studi di radioterapia e diagnostica medica.